I risultati - Gruppo Inanellamento Limicoli (GIL, Napoli)

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I risultati

Ricerche concluse > Migrazione autunnale Tordo

Tordo bottaccio Turdus philomelos: studio della migrazione autunnale in Campania


Sergio Scebba


Uccelli d'Italia (2006) 31: 26-49.


Introduzione

Il Tordo bottaccio Turdus philomelos è una specie ad ampia distribuzione eurosibirica, diffuso alle latitudini superiori e medie del Paleartico occidentale e centrale (Cramp 1988). In Europa è presente soprattutto nella parte centro-settentrionale e nidifica fino a 60° di latitudine N; è un migratore notturno su media distanza e sverna in Europa occidentale e nel bacino del Mediterraneo. Una descrizione delle principali rotte di migrazione e delle aree di svernamento attraverso l'esame dei ritrovamenti di uccelli inanellati è stata effettuata da Ashmole (1962) per l'Europa e, più in dettaglio a livello dell'area mediterranea, da Santos Martinez (1982) per la Spagna, da Thonnerieux (1981), Olioso (1985) e Claessens (1988) per la Francia, da Scebba (1986, 1987) per l'Italia. Più recentemente uno studio condotto da Andreotti et al. (1999) ha rimarcato le scarse conoscenze delle rotte migratorie e delle popolazioni che attraversano le regioni dell'Italia meridionale, dovute in special modo alla ridotta attività d'inanellamento espletata sia nelle zone di origine che in quest'area.
Tra le quattro specie di turdidi cacciabili in Italia, il Tordo bottaccio è quello che subisce dall'attività venatoria l'impatto maggiore. Gariboldi et al. (2004) stimano l'abbattimento legale di non meno di 4-6 milioni di capi ogni anno, ma questi numeri sono da ritenersi molto approssimativi in quanto nessuna statistica su scala nazionale è mai stata condotta. In considerazione della scarsità delle informazioni disponibili e del massiccio prelievo venatorio cui la specie è sottoposta, risulta evidente che, per un'oculata gestione, è necessario effettuare dettagliati studi di base a livello regionale a cui devono seguire dei monitoraggi costanti dei flussi migratori; ciò è possibile solo attraverso una continua e standardizzata attività di cattura che consenta di affrontare studi più esaustivi di dinamica di popolazione, nonché una serie di problematiche inerenti la biologia della migrazione e lo studio delle comunità.
Il Gruppo Inanellamento Limicoli conduce già da alcuni anni ricerche sulla migrazione del Tordo bottaccio in Campania ed in particolare nella provincia di Caserta (Scebba e Moschetti 2000); attraverso campagne di inanellamento sono stati inanellati oltre 2.000 individui. Dal 2003 al 2005, in collaborazione con il Comitato di Gestione dell'Ambito Territoriale di Caccia della Provincia di Caserta, è stato condotto un progetto di ricerca triennale con lo scopo di:
- definire i periodi di migrazione e, al loro interno, individuare i giorni di maggiore transito;
- monitorare negli anni i flussi migratori autunnali e ricavare dei trends attendibili dal punto di vista scientifico sulle variazioni di densità delle popolazioni migranti;
- conoscere la composizione in classi d'età della popolazione migrante per accertare eventuali fluttuazioni e valutare l'esistenza di differenze nei tempi di migrazione dei giovani e degli adulti (distribuzione temporale);
-caratterizzare biometricamente le popolazioni migranti;
-determinare l'importanza delle aree costiere quali aree di passaggio e sosta onde predisporre adeguate misure di salvaguardia degli habitat.
Viene qui presentata un'analisi dei dati raccolti nel periodo 2003-2005, in particolare per quanto riguarda la fenologia della migrazione, la biometria e l'age-ratio.


Area di studio

La Piana del Volturno è stata scelta quale area di studio in quanto, per la sua posizione geografica e per la vicinanza del mare, rappresenta un favorevole punto di passaggio di numerosi migratori (Scebba 1993). Essa si estende nella provincia di Caserta, nella zona più a nord-ovest della Campania, ed è delimitata sul lato settentrionale dall'edificio vulcanico di Roccamonfina e dal Monte Maggiore, a sud dai Campi Flegrei e dal Vesuvio e ad est dall'Appennino Campano. L'attività di cattura a scopo di inanellamento è stata effettuata nel comune di Castel Volturno in località "Foce Regi Lagni" (40° 59' N, 13° 58' E), Tavoletta I.G.M. 171 II SE nella Riserva Naturale Foce Volturno e costa di Licola lungo il litorale domitio. Questo costituisce il margine della Piana e presenta nei suoi vari tratti una diversificazione ecologica piuttosto pronunciata: si passa dalla duna embrionale (laddove rimane) alla duna consolidata ed alla macchia mediterranea sempreverde di tipo litoraneo, alla pineta antropica di impianto pluridecennale dove si sta lentamente osservando la sostituzione naturale del Leccio Quercus ilex che rappresenta la situazione di climax del luogo; sono anche presenti ambienti più o meno umidi con la caratteristica vegetazione igrofila (lago Patria, foce vecchia del lago Patria, foce del fiume Volturno).
La fascia dunale è rappresentata da specie della macchia mediterranea che consolidano la duna, presenti in formazioni vegetali più o meno estese e in sufficiente stato di conservazione. L'associazione più prossima al mare è la Pistacio-Juniperetum macrocarpae
; tra le specie riscontrate con maggiore frequenza in questa associazione vanno segnalate quelle appartenenti alla "macchia bassa": Rosmarino Rosmarinus officinalis, Fillirea Phyllirea latifolia, Lentisco Pistacia lentiscus, Cisto Cistus incanus e salvifolius, Ginepro Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa, Smilace Smilax aspera, Asparago spinoso Asparagus acutifolius, Caprifoglio Lonicera implexa e Mirto Myrtus communis, che progressivamente lasciano spazio all'altra associazione evidenziabile in questa zona, il Quercetum ilicis. In questo ambiente si ritrovano le specie tipiche della "macchia alta": Leccio, Pino marittimo Pinus pinaster, Alaterno Rhamnus alaternus e Corbezzolo Arbutus unedo. Infine si arriva alla pineta artificiale dove sono presenti il già citato Pino marittimo, il Pino domestico Pinus pinea ed il Pino d'Aleppo Pinus halepensis (sono presenti anche specie esotiche introdotte appartenenti al genere Eucaliptus ed altri), oltre al Leccio che, lentamente, sta ricolonizzando l'area.
Il clima risulta essere di tipo mediterraneo temperato con piovosità concentrata nei periodi autunnale ed invernale e massima nei mesi di Ottobre (117,3 mm) e Dicembre (118,3 mm). I venti dominanti sul litorale sono quelli provenienti da ovest e da sud-ovest.


Metodologie

Nei tre anni in cui si è svolta la ricerca, l'impianto di cattura è stato in funzione in modo continuativo nei periodi 5 ottobre - 12 novembre 2003, 2 ottobre - 4 novembre 2004 e 4 ottobre - 3 novembre 2005 (pentadi 56-64), ad eccezione di giorni con condizioni climatiche particolarmente avverse. È stata impiegata una tecnica di cattura attiva standardizzata consistente in:
    - un transetto di reti verticali tipo mist-nets in numero e dimensioni costanti, collocate secondo un orientamento fisso per un totale di 100 metri (lunghezza 20-30 metri, maglia da 24-28 mm), dotate di quattro sacche alte 75 cm, lasciando uno spazio di circa 20 cm tra il terreno e la prima sacca; il transetto è stato montato sulla spiaggia, a poche decine di metri dal mare.
    - dei richiami acustici elettrici preregistrati, previa autorizzazione dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Bologna-Italia), allo scopo di attirare gli uccelli in migrazione presso le reti, utilizzando sempre lo stesso riproduttore (un lettore CD), altoparlante (da 50 W) ed emissione sonora (canto ed alcuni versi di richiamo). Il raggio d'azione dei richiami acustici può essere valutato in circa 300/400 metri, a seconda delle condizioni del vento e delle ore della giornata.

I controlli sono stati effettuati ad intervalli regolari di un'ora per tutto il periodo in cui le reti sono state attive. Dopo la cattura, gli uccelli sono stati posti in sacchetti di tela per evitare che potessero ferirsi e quindi subito inanellati con anelli dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (Bologna-Italia) in materiale alloy applicati al tarso. Su tutti gli individui catturati sono state rilevate di routine alcune misure biometriche: lunghezza dell'ala (misurata secondo il metodo della corda massima, appiattita e raddrizzata, Svensson 1992) con approssimazione di 0,5 mm; lunghezza della III remigante primaria esterna (massima lunghezza, Berthold & Friedrich 1979) con approssimazione di 0,5 mm; lunghezza del tarso (misurata con un calibro, Svensson 1992) con approssimazione di 0,1 mm; peso (a mezzo di bilancina elettronica) con approssimazione di 0,1 g. L'età è stata determinata in base al disegno e alla colorazione delle copritrici secondarie dell'ala, osservando le differenze tra quelle interne mutate e quelle esterne non mutate ed in base alla forma delle timoniere (Svensson 1992).
Tutti i dati sono stati riportati su schede prestampate e successivamente archiviati in un Data-base. I dati raccolti nel corso del progetto sono stati riuniti sia in periodi standard di 5 giorni secondo lo schema per pentadi (Berthold 1973) con la prima pentade che va dal 1 al 5 gennaio e l'ultima, la 73, che va dal 27 al 31 dicembre, sia per decadi con l'anno solare suddiviso in 36 decadi di 10 giorni (con la terza decade di 11, 8 o 9 a seconda dei mesi).
Si è inoltre provveduto a confrontare i dati biometrici ottenuti nei tre anni con quelli relativi ad un campione di 1.462 Tordi bottacci inanellati, dal 1984 al 2002, durante la migrazione autunnale sul litorale sud-tirrenico (dati G.I.L.).


Risultati e discussione


Fenologia della migrazione

In totale sono stati inanellati 1.344 tordi bottacci, rispettivamente 296 nel 2003, 540 nel 2004 e 508 nel 2005. Il campione ottenuto è di notevole interesse in quanto i dati raccolti hanno consentito di monitorare l'intensità dei flussi migratori, determinare i periodi di migrazione ed individuare i giorni di maggiore transito. Nel corso delle tre stagioni di studio la data in cui sono avvenute le prime catture di individui in migrazione è stata il 4 ottobre 2004 (pentade 56), autunno in cui sono state registrate alcune sporadiche segnalazioni nell'area già dalla seconda metà di settembre; gli ultimi tordi sono stati invece inanellati il 12 novembre 2003 (pentade 64), anche se questa data è condizionata dal termine dell'attività di cattura. L'andamento delle catture su base giornaliera per i tre anni considerati complessivamente è mostrato nella Figura 1.



Figura 1.
Andamento catture/giorno nel periodo 4 ottobre - 12 novembre, autunno 2003-2005.


L'andamento del grafico mostra un incremento delle catture abbastanza regolare nella seconda decade di ottobre, periodo comunque caratterizzato da alcune consistenti ondate di migratori; l'apice della migrazione viene raggiunto con l'inizio della terza decade del mese per poi diminuire gradualmente, anche se passaggi di una certa intensità si verificano nella prima decade di novembre. Naturalmente questi movimenti subiscono delle variazioni a seconda degli anni, in quanto anche se le abitudini migratorie sono endogenamente preprogrammate e di origine genetica, le condizioni meteorologiche, in modo particolare l'arrivo di perturbazioni caratterizzate da forti piogge e da venti provenienti dai quadranti meridionali (come si è verificato nel 2004 e nel 2005), possono influenzare l'intensità della migrazione e di conseguenza la distribuzione temporale ed il numero delle catture.
L'andamento delle catture per periodi standardizzati di cinque giorni (pentadi) è mostrato nella Figura 2.


Figura 2.
Andamento % catture/pentade nel periodo 2 ottobre - 12 novembre, autunno 2003-2005 (la freccia indica la pentade mediana).


La data mediana delle catture (quando cioè è stato catturato il 50% di tutti gli uccelli) è caduta il 22 ottobre; il primo quartile, che corrisponde al 25% delle catture, è terminato il 16 ottobre ed il terzo quartile, che corrisponde al 75% delle catture, il 28 ottobre. Quindi il periodo principale della migrazione è stato registrato tra il 16 ed il 28 ottobre (pentadi 58-61) con un picco delle catture il 22 ottobre nella pentade 59. Nel periodo compreso tra il 13 ed il 27 ottobre (pentadi 58-60) è stato realizzato il 61% delle catture, mentre si arriva all'82% di inanellati tra l'8 ottobre ed il 1 novembre (pentadi 57-61).
Nella figura 3 le catture sono state invece organizzate per decadi; non è stata presa in considerazione la prima e la seconda decade di novembre in quanto in questi due periodi sono state effettuate in totale nei tre anni, rispettivamente, solo 17 e due giornate di attività.



Figura 3.
Andamento % catture/decade nel periodo 2 - 31 ottobre, autunno 2003-2005.


La rappresentazione dei dati per decadi, anche se non consente di visualizzare l'andamento delle catture con la stessa accuratezza del grafico precedente, mette in evidenza che nei primi dieci giorni di ottobre i movimenti migratori sono ancora poco intensi (5,1% delle catture totali); il flusso migratorio aumenta invece sensibilmente nella seconda decade del mese in cui la percentuale arriva al 44,6% ed ancora di più nella terza decade, quando è stato realizzato il 50,3% delle catture. Questo andamento differisce in parte da quello indicato da Licheri e Spina (2002) ed ottenuto in base agli inanellamenti effettuati complessivamente in Italia negli anni 1982-1999; gli autori, pur riportando una evidente concentrazione delle catture in ottobre, individuano invece nella seconda decade del mese il picco dei movimenti post-riproduttivi, probabilmente per un anticipo dei passaggi nelle aree in cui maggiormente sono concentrate le catture.


Analisi biometrica

Nella tabella 1 sono raccolte le misure relative a lunghezza alare, terza remigante primaria esterna, tarso e peso degli uccelli catturati nel corso delle tre stagioni di studio (autunno 2003-2005). Per tutti gli individui misurati sono stati calcolati media e deviazione standard sia sul totale che per classi d'età.


   
Tabella 1.
Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno, autunno 2003-2005.


La lunghezza alare media calcolata per tutti gli uccelli catturati nel periodo di studio è stata di 118,5 mm (d.s. 2,48, n = 1340); valori simili sono stati ottenuti sia per ciascuna stagione analizzata separatamente (118,5 mm, d.s. 2,72, n = 295 nel 2003, 118,6 mm, d.s. 2,32, n = 538 nel 2004, 118,4 mm, d.s. 2,51, n = 507 nel 2005) che nel periodo 1997-1999 (118,6 mm, d.s. 2,80, n = 647) su un campione di uccelli inanellati sempre nella stessa area in autunno (Scebba e Moschetti 2000). La media calcolata risulta significativamente maggiore di quella riportata da Busse (1976) in primavera (116,7 mm, d.s. 2,9, n = 1113) (t test, indipendente, due-code, t 2451 = 16,333, P < 0.01) e da Busse e Maksalon (1986) in autunno (116,59 mm, d.s. 2,84, n = 7792) (t test, indipendente, due-code, t 9130 = 25,467, P < 0.01) per la costa baltica polacca. La notevole differenza esistente tra le medie calcolate per i tordi che migrano lungo il litorale sud-tirrenico e quelle determinate per gli individui catturati sulla costa baltica polacca indicherebbe quindi una diversa origine delle popolazioni che migrano attraverso l'Italia meridionale.
La collaborazione avviata con il Dr. Zehtindjiev (Istituto di Zoologia, Accademia bulgara delle Scienze) allo scopo di studiare i flussi migratori provenienti dai paesi dell'Europa dell'Est attraverso l'Italia, durante la migrazione autunnale, ha consentito invece di accertare l'esistenza di una relazione tra l'area della Penisola balcanica e l'Italia meridionale. L'esame dei dati raccolti con l'attività di inanellamento e l'analisi comparativa delle misure morfometriche ha difatti evidenziato che gli individui catturati nella Piana del Volturno nel corso dell'autunno 2003 e quelli catturati in Bulgaria durante la migrazione post-riproduttiva degli anni 1997-2003 presentano lunghezze dell'ala (Fig. 4 e Tab. 2) e della terza remigante primaria (Fig. 5 e Tab. 3) molto simili.



Figura 4.
Distribuzione delle lunghezze alari misurate nella Piana del Volturno, Caserta (nero) ed in Bulgaria (grigio).




Tabella 2.
Confronto tra le lunghezze alari mediante t-test.





Figura 5.
Distribuzione delle lunghezze della III remigante primaria misurate nella Piana del Volturno, Caserta (nero) e in Bulgaria (grigio).




Tabella 3.
Confronto tra le lunghezze della III remigante primaria mediante t-test.


Dalla tabella 2 risulta che le due medie, al contrario di quelle della terza remigante primaria, presentano una differenza significativa. Trattandosi di un parametro non particolarmente preciso, è tuttavia possibile che la misurazione risulti influenzata molto dall'esperienza del ricercatore. Le due variabili prese in esame, come si può notare dalle figure 4 e 5, hanno caratteristiche molto simili per le due popolazioni, anche se le medie della lunghezza dell'ala sono significativamente diverse; la modesta differenza tra i due gruppi (data anche la variabilità) è evidenziata anche dal grafico. Per valutare se questa differenza è reale, è necessario applicare il test (tabella 3) anche alla terza remigante primaria - una misura più precisa - ed in questo caso emerge che non vi è differenza (o meglio che la differenza non è significativa). Sulla base di questa analisi è quindi possibile affermare che non vi è differenza tra i due campioni relativi alle lunghezze alari (che sono simili, ma non confermati statisticamente) ed alle lunghezze della terza remigante primaria.
Le poche ricatture di tordi bottacci inanellati nell'arco di oltre 50 anni, in entrambi i paesi, confermano l'esistenza di un flusso migratorio dalla Bulgaria e dai territori adiacenti verso l'Italia meridionale in autunno e di ritorno, verso le aree riproduttive, in primavera. Inoltre anche osservazioni dirette della migrazione effettuate di notte simultaneamente in diversi punti della regione Balcanica nel corso del progetto "Moon Watch" nell'autunno del 2000 e nella primavera del 2001 (Zehtindjiev & Liechti 2003), ed in parte dovute a Turdidi in volo, suggeriscono che più del 30% dei migratori notturni si muovono in direzione SW verso l'Italia.
Se le medie delle misure biometriche riportate nella tabella 1 vengono esaminate in base alla classe d'età si osserva che la lunghezza alare media e quella della III remigante primaria esterna calcolate per i giovani e per gli adulti sono significativamente diverse: 118,3 mm (d.s. 2,43, n = 1119) contro 119,3 mm (d.s. 2,59, n = 221) (t test, indipendente, due-code, t 1338 = 5,298, P < 0.01) e 88,6 mm (d.s. 2,24, n = 1111) contro 89,3mm (d.s. 2,35, n = 220) (t test, indipendente, due-code, t1329 = 4,067, P < 0.01). Analoghi risultati sono stati riportati per un campione di ali di uccelli abbattuti nella stagione venatoria 1990-91 (Scebba e Moschetti, 1991) ed in quelle 2003-2004, 2004-2005 e 2005-2006 (Scebba 2006b). Nessuna differenza emerge invece per quanto riguarda le medie del tarso: 32,3 mm (d.s. 0,97, n = 1113) contro 32,4 mm (d.s. 0,99, n = 220) (t test, indipendente, due-code, t 1331 = 1,374, P < 0.01).
Le distribuzioni di frequenza delle misure dell'ala, della terza remigante primaria e del tarso, raccolte nei tre anni della ricerca (Figure 6-8) hanno un andamento unimodale con una distribuzione abbastanza simmetrica. Analogo andamento unimodale emerge quando gli stessi grafici vengono costruiti per ciascuna stagione o per classe d'età. L'analisi della distribuzione di frequenza dei tre parametri, effettuata anche su un campione di 1462 tordi bottacci inanellati dal 1984 al 2002 durante la migrazione autunnale sul litorale sud-tirrenico (dati G.I.L.), ha presentato lo stesso andamento.



Figura 6.
Distribuzione delle frequenze delle misure della lunghezza dell'ala dei tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno, autunno 2003-2005.




Figura 7.
Distribuzione delle frequenze delle misure della terza remigante primaria esterna dei tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno, autunno 2003-2005.





Figura 8.
Distribuzione delle frequenze delle misure della lunghezza del tarso dei tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno, autunno 2003-2005.


L'analisi dei risultati mostra che i tre parametri non costituiscono un carattere discriminante per determinare il sesso in questa specie e non consentono di individuare nel campione l'eventuale presenza di individui appartenenti a più popolazioni distinte originarie di regioni differenti. Va anche precisato che i campioni ottenuti, per l'elevato numero di dati, rappresentano molto probabilmente le reali misure biometriche dei tordi bottacci che migrano nella Piana del Volturno.
Le lunghezze alari medie, calcolate per ciascuna pentade, presentano variazioni che oscillano tra 118,0 e 118,9 mm (min 110,5 e max 127,0), mentre la media calcolata per tutti gli uccelli catturati nel periodo di studio è stata di 118,5 mm (d.s. 2,48, n = 1340). Le medie della III remigante primaria sono invece variate da 88,2 a 89,6 mm (min 80,0 e max 95,5), mentre la media calcolata per l'intero campione è stata di 88,8 mm (d.s. 2,27, n = 1331). Le medie delle lunghezze del tarso variano da 32,0 a 32,7 mm (min 27,7 e max 35,3) con una media calcolata per tutti gli uccelli di 32,3 mm (d.s. 0,97, n = 1333). Risulta evidente che le medie ottenute presentano variazioni minime e quindi non significative; ciò risulta ancor più evidente se vengono prese in esame le pentadi in cui i campioni raccolti sono risultati di una certa entità.
Nella tabella 4 sono riportate le lunghezze alari medie calcolate per ciascuna pentade di ogni singola stagione di studio. Se si prendono in considerazione soltanto le pentadi in cui il numero di individui misurati è abbastanza elevato, si evince che mentre nell'autunno 2003 e 2004 le differenze tra le medie presentano variazioni minime e non significative, nell'autunno 2005 sono evidenti invece alcune difformità. In questa terza stagione si rileva infatti che nella pentade 58 la lunghezza alare media risulta statisticamente superiore rispetto a quelle calcolate nelle pentadi 57 e 61 (rispettivamente, t-test, indipendente, due-code, t 271 = 3,44, P < 0.01 e t-test, indipendente, due-code, t 244 = 3,35, P < 0.01); anche la media ottenuta nella pentade 60 risulta statisticamente superiore alle medie calcolate per le pentadi 57 e 61, ma la significatività è minore (rispettivamente, t-test, indipendente, due-code, t 204 = 2,55, P < 0.05 e t-test, indipendente, due-code, t 177 = 2,60, P < 0.05). Ciò potrebbe essere dovuto a una diversa composizione del campione rispetto alle classi d'età (vedi paragrafo "age-ratio
").



Tabella 4.
Lunghezze alari medie dei tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno calcolate per pentade (media, deviazione standard e numero individui) e per singola stagione di studio.


Le variabili morfometriche e fisiologiche (lunghezza dell'ala, della III remigante, del tarso ed il peso) sono state calcolate per decade (tabella 5) per tentare di individuare eventuali variazioni nel corso della migrazione.



Tabella 5.
Misure biometriche (in mm) e peso (in g) dei Tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno calcolate per decade (media, deviazione standard e numero individui), autunno 2003-2005.


Nel periodo principale della migrazione autunnale, rappresentato dalla seconda e terza decade di ottobre e dalla prima di novembre, decadi in cui sono stati misurati rispettivamente il 37%, il 42% ed il 16% dei tordi, le medie della terza remigante primaria calcolate sul totale degli individui non presentano differenze significative; analoga considerazione può essere fatta per le medie ottenute per i giovani e per gli adulti analizzati separatamente, nonché per le medie relative alla lunghezza dell'ala. Questo risultato differisce da quanto è stato invece riportato da Licheri e Spina (2002) i quali, analizzando un campione di dati relativi agli inanellamenti effettuati in Italia negli anni 1982-1999, hanno invece riscontrato una diminuzione progressiva e consistente delle lunghezze alari. La maggior parte di questi dati si riferisce comunque ad individui che non sono stati inanellati in Italia meridionale per cui è molto probabile che la diversa origine geografica determini tale difformità.


Analisi del peso

Nella tabella 5 sono riportati i pesi medi calcolati per decade. Nel periodo compreso tra la seconda decade di ottobre e la prima di novembre, che comprende in pratica quasi tutto l'arco della migrazione, non si evidenzia nessuna marcata tendenza in quanto le medie ottenute non presentano differenze significative; analoga considerazione può essere fatta anche se i valori vengono calcolati per pentade.
Come già è stato rilevato per le misure biometriche, anche per quanto riguarda i pesi medi (tabella 1) i valori ottenuti per i giovani sono risultati leggermente inferiori rispetto a quelli calcolati per gli adulti: 68,6 g (d.s. 4,40, n = 1119) contro 69,5 g (d.s. 4,91, n = 221) (t test, indipendente, due-code, t 1338 = 2,532, P < 0.05). Tale differenza, seppur modesta, può dipendere dalle dimensioni corporee che negli adulti sono maggiori, come è possibile evincere anche dalle misure della lunghezza dell'ala e della terza remigante primaria esterna.
Analoghi risultati emergono nella seconda e terza stagione di studio analizzate separatamente: 68,2 g (d.s. 4,0 n = 472) contro 69,4 g (d.s. 5,21 n = 66) nell'autunno 2004 e 69,0 g (d.s. 4,6 n = 390) contro 69,9 g (d.s. 4,8 n = 118) nell'autunno 2005. Fa eccezione la prima stagione, autunno 2003, in cui il peso medio calcolato per i giovani è risultato superiore rispetto a quello calcolato per gli adulti: 68,6 g (d.s. 4,71 n = 257) contro 68,1 g (d.s. 4,42 n = 37). Tale discrepanza potrebbe essere dovuta verosimilmente ad effetti di campionamento.


Age-ratio

Per quanto riguarda l'età, il campione raccolto è risultato composto da 1121 giovani (età Euring 3, nati cioè nel corso della stagione riproduttiva dell'anno in cui sono stati catturati), e da 223 adulti (età Euring 4, nati cioè in anni precedenti a quello in cui sono stati catturati ma l'esatto anno di nascita non è conosciuto); il rapporto giovani/adulti è stato quindi di 5/1 con una percentuale di giovani pari all'83,4% (il rapporto giovani/adulti è stato, rispettivamente, di 6,6/1 nel 2003, 7,1/1 nel 2004 e 3,3/1 nel 2005). Scebba e Moschetti (2000), analizzando i dati relativi all'autunno del 1997 in cui, sempre nella Piana del Volturno, era stato ottenuto un campione consistente, hanno riportato un risultato abbastanza simile: su 410 uccelli, 336 erano giovani e 74 adulti, con un rapporto pari a 4,6/1.
I risultati ottenuti nei tre anni della ricerca sono stati quindi confrontati con quelli registrati in Puglia in provincia di Bari e di Lecce ed in Lombardia in provincia di Como dove vengono condotti analoghi studi sulla migrazione autunnale del Tordo bottaccio (tabella 6).



Tabella 6.
Rapporto giovani/adulti calcolato nelle stagioni 2003/05 in provincia di Caserta, Bari, Lecce e Como.



Nel 2003 e nel 2004 l'indagine condotta dall'Osservatorio Faunistico della Regione Puglia, Struttura Tecnica dell'Ufficio Caccia, ha fatto registrare in provincia di Bari valori abbastanza elevati, con un rapporto juv/ad rispettivamente di 7,05/1 e di 4,49/1; occorre però tenere presente che in questi due anni sono state monitorate solo due settimane circa e che nelle due stagioni della ricerca sono stati ricoperti differenti periodi. Nel 2005 la ricerca è stata continuata dall'Osservatorio Faunistico della Provincia di Lecce nel suo ambito territoriale e, malgrado l'attività di cattura sia stata condotta per tutto il mese di ottobre e novembre, il numero di Tordi inanellati è stato piuttosto basso (solo 333) con un'elevata presenza di adulti nelle prime fasi della migrazione (La Gioia com. pers.).
In provincia di Como, dove presso Arosio opera l'Osservatorio Ornitologico FEIN, nel 2004 è stato riscontrato il valore più elevato, come è avvenuto per Caserta ed in misura minore anche per Bari; nell'autunno 2003 e 2005 in questa stazione del nord Italia sono stati ottenuti valori che non hanno differito molto da quelli accertati a Caserta nel corso della terza stagione e che sono risultati molto inferiori rispetto a quelli invece registrati nei primi due anni del progetto. Se comunque si considera l'elevata percentuale di individui giovani rilevata nel 2003 e nel 2005, indice di un buon successo riproduttivo, è possibile ritenere che complessivamente allo stato attuale le popolazioni che attraversano l'Italia meridionale durante la migrazione autunnale godano di un buono stato di salute.
Per valutare più accuratamente quale fosse il rapporto giovani/adulti e la rispettiva age-ratio
si è provveduto a calcolare i valori per ciascuna pentade (tabella 7); dall'inizio della migrazione fino alla pentade 59, in cui è stato registrato il picco delle catture, si ha un incremento progressivo del numero di giovani che raggiunge una percentuale del 92,4% con un rapporto giovani/adulti di 12,2/1. Questi valori tendono poi a decrescere nella pentade 60 per poi presentare nella pentade 62, in pratica nella parte finale della migrazione, un ulteriore incremento con un rapporto giovani/adulti che arriva a 13,9 ed una age-ratio che raggiunge il 93,3%.



Tabella 7.
Rapporto giovani/adulti ed age-ratio dei tordi bottacci catturati nella Piana del Volturno calcolati per pentade, autunno 2003-2005.


Questo andamento indica che, ad una forte prevalenza di adulti nelle fasi iniziali della migrazione, fa seguito  un passaggio massiccio di giovani dell'anno che si protrae fino agli inizi di novembre. Una parziale eccezione a questa tendenza si è verificata nel corso della terza stagione in cui, se si escludono le ultime due pentadi (23-27 ottobre e 28 ottobre-1 novembre), tutte le altre sono state caratterizzate dalla presenza di un elevato numero di adulti. D'altra parte nell'autunno 2005, anche se il numero delle catture è stato di poco inferiore a quello ottenuto nel 2004, il flusso migratorio nel suo complesso è risultato abbastanza scarso e, come si è visto in precedenza, è stata accertata una notevole riduzione del rapporto giovani/adulti (3,3) e quindi dell'age-ratio (76,8%).


Conclusioni

Nell'arco dei tre anni in cui è stato condotto il progetto "Tordo bottaccio: studio della migrazione autunnale in Campania" sono stati catturati ed inanellati 1.344 tordi (Scebba 2006a). Il numero, non molto elevato, assume comunque un'importanza particolare se si considera che uno studio pubblicato dall'INFS (Andreotti et al. 1999) ha rimarcato le scarse conoscenze delle rotte migratorie delle popolazioni di tordo che attraversano l'Italia meridionale, conseguenza soprattutto della ridotta attività d'inanellamento. Soltanto l'Osservatorio Faunistico della Regione Puglia, Struttura Tecnica dell'Ufficio Caccia dal 2003 e l'Osservatorio Faunistico della Provincia di Lecce dal 2005 stanno conducendo durante il periodo della migrazione autunnale un analogo progetto che ha consentito di inanellare in tre anni circa 1.200 uccelli (La Gioia com.pers.). Anche in Italia centrale sull'Isola Polvese sul lago Trasimeno con il supporto dell'Amministrazione provinciale di Perugia è stato effettuato un progetto di monitoraggio dei Turdidi, iniziato nell'autunno-inverno 2001/2002 e continuato per un secondo anno di rilievi tra ottobre 2002 e febbraio 2003; nei due anni della ricerca sono stati catturati in totale 103 Tordi (Chiappini et al. 2004).
Per effettuare un corretto monitoraggio dei flussi migratori è necessaria la raccolta di un campione significativo ottenibile solo con la cattura di un elevato numero di uccelli. Per ovviare al problema può essere utile adottare una tecnica attiva di cattura, qual'è quella che prevede l'impiego di reti mist-nets e di richiami acustici. Ciò consente di avere l'opportunità unica di esaminare un campione costituito essenzialmente da individui in piena attività migratoria, nonché la cattura di un numero consistente di uccelli, in particolare di questa specie.
A conferma di ciò è importante ricordare che Schubert et al.
(1986), in un'analisi della migrazione post-riproduttiva di alcune specie in Lombardia, svolta con dati raccolti dalle stazioni tradizionali, hanno effettuato un confronto con le catture ottenute dalle stazioni di Mettnau (Germania) ed Illmitz (Austria) localizzate subito a nord dell'arco alpino ed operanti con metodi di cattura passivi e reti mist-nets; è emerso che sia i Tordi che anche altre specie (fringillidi, Prispolone, ecc.) sono catturate in Germania in numeri molto ridotti probabilmente proprio per le differenti metodologie di cattura utilizzate.
Per lo studio condotto in provincia di Caserta, in base a queste riflessioni, si è quindi optato per l'impiego di una metodologia standardizzata che prevedeva l'utilizzo di un transetto di reti verticali mist-nets in numero e dimensioni costanti, collocate secondo un orientamento fisso, nonché di richiami acustici per tutto il tempo in cui avveniva la migrazione autunnale. E' importante sottolineare che nel corso delle tre stagioni di studio nessun individuo è stato ricatturato, né a distanza di giorni né di ore. Questo significa che molto probabilmente gli uccelli attirati mediante l'uso dei richiami acustici non cambiano la loro strategia migratoria e non sono indotti a rimanere nell'area di cattura. Esiste però l'eventualità che l'impiego dei richiami possa influenzare il campionamento attirando un maggior numero di giovani in quanto non tutte le classi di sesso ed età potrebbero rispondere in modo omogeneo a queste stimolazioni. Diversi autori hanno provato a testare l'eventuale influenza esercitata dai richiami acustici sui campioni raccolti. Figuerola & Gustamante (1995), in uno studio condotto sul Piovanello Calidris ferruginea
, hanno affermato che tale metodica non ha alcuna influenza sul sesso, sull'età e sulla biometria del campione di uccelli così catturati; Tibaldi e Brizio (1994) hanno valutato l'uso del richiamo acustico sulla Capinera Sylvia atricapilla durante la migrazione autunnale in Piemonte, concludendo che il suo impiego consente di aumentare considerevolmente il numero delle catture senza alterare in modo significativo il rapporto tra i sessi e la strategia migratoria. Risultati contrastanti sono stati invece ottenuti per le Capinere in Europa settentrionale dove proporzionalmente più maschi vengono attirati dal canto (Herremans 1989). Per quanto riguarda il Tordo bottaccio, l'esame delle catture effettuate presso la stazione ornitologica dell'isola di Vivara (Procida, Napoli) senza l'utilizzo di richiami acustici, ha rilevato percentuali di giovani analoghe a quelle calcolate nella presente ricerca, anche se riferite a campioni numericamente limitati (Scebba e Moschetti 2000).
La composizione in classi d'età della popolazione migrante è stato uno degli scopi principali di questa ricerca. Le variazioni interannuali del rapporto giovani/adulti rispecchiano possibili variazioni nel successo riproduttivo, per cui risulta di grande importanza stabilire nel corso degli anni la percentuale di giovani presenti rispetto agli adulti e controllare in questo modo eventuali fluttuazioni delle popolazioni indagate.
Nell'autunno 2003 il campione raccolto è risultato composto da 257 giovani dell'anno e da 39 adulti, quindi con un rapporto giovani/adulti di 6,6 ed una age-ratio
dell'86,8%; nell'autunno 2004 questi valori sono stati ancora più alti, in conseguenza di un intenso flusso migratorio: il campione raccolto è risultato composto da 473 giovani e da 67 adulti, con un rapporto giovani/adulti di 7,1 ed una percentuale di giovani pari all'87,6%. Una notevole riduzione del rapporto giovani/adulti (3,3) e quindi dell'age-ratio (76,8%) è stata invece accertata nell'autunno 2005, caratterizzato pertanto dalla presenza di un elevato numero di adulti.
In anni precedenti il rapporto giovani/adulti calcolato in questa stessa area di studio è risultato abbastanza elevato. Nell'autunno del 1997, anno in cui è stato raccolto un campione abbastanza consistente, su 411 uccelli, 337 erano giovani e 74 adulti, con un rapporto pari a 4,5 ed una percentuale di giovani dell'82%, mentre nell'autunno del 1997, 1998 e 1999, considerati complessivamente, si è avuto un valore dell'age-ratio
dell'80% (Scebba e Moschetti 2000).
Anche nell'Appennino Settentrionale nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi uno studio condotto negli anni 1994-97 con l'ausilio di richiami acustici ha fatto registrare durante la migrazione autunnale valori molto simili (81,7%) (Tellini Florenzano 2000).
La presenza di queste variazioni consente di affermare che entrambe le classi d'età sono equamente attirate e che, in questa specie, i richiami acustici non influenzano l'age-ratio
degli uccelli catturati; pertanto, le variazioni riscontrate nel rapporto giovani/adulti nel corso del periodo di studio riflettono l'effettiva composizione delle "ondate di migratori" presenti durante quelle particolari pentadi.
Queste fluttuazioni rientrano comunque nel normale andamento della fenologia della migrazione in quanto, da un anno all'altro, è possibile che si verifichino delle grosse variazioni nei passaggi dei migratori e, d'altra parte, uno degli scopi di questa ricerca è proprio quello di monitorare l'andamento della migrazione nel corso degli anni. La flessione registrata nella terza stagione è probabilmente legata al successo riproduttivo che in alcune parti dell'areale di nidificazione potrebbe essere stato piuttosto basso. Difatti gli studi condotti ad Ocsa (Ungheria), una stazione d'inanellamento che da molti anni conduce un progetto di monitoraggio mediante l'attività di cattura, hanno evidenziato nella primavera 2005 un calo del 50% dei giovani di molte specie di Passeriformi; questa drastica diminuzione deve essere messa in relazione con le pessime condizioni climatiche che si sono verificate durante il periodo riproduttivo e che hanno danneggiato sia le prime che le seconde covate (Lövei com. pers.). Va tenuto presente che l'Ungheria rappresenta una delle principali aree di origine dei Tordi che attraversano l'Italia meridionale, come accertato dalle numerose ricatture di uccelli inanellati in questo paese.
Il campione raccolto in provincia di Caserta presenta dunque un notevole interesse in quanto i dati raccolti hanno consentito di monitorare l'intensità dei flussi migratori, di determinare i periodi di migrazione e di individuare i giorni di maggiore transito. È stata così evidenziata la presenza di due ondate principali di migratori, la prima in genere intorno al 10-15 ottobre ed una seconda intorno al 23-27 ottobre che, in qualche anno, può proseguire anche nella prima decade di novembre. Naturalmente queste date possono poi subire delle variazioni a seconda degli anni, spesso in rapporto con le condizioni meteorologiche e soprattutto in base alla direzione dei venti.
Questo studio è servito anche a determinare l'importanza rivestita dalla Piana del Volturno per il passaggio e la sosta dei tordi che attraversano l'Italia meridionale; è soprattutto la fascia costiera che assume un aspetto rilevante sia per l'elevato numero di uccelli che vi transitano sia per l'opportunità di sostare nell'area denominata Riserva Naturale Foce Volturno e costa di Licola. Qui, nonostante il grave stato di degrado e di abbandono presente in molti punti, è ancora presente una pineta molto estesa con un ricco sottobosco formato da una fitta macchia mediterranea capace di offrire riparo e nutrimento in abbondanza. Mirto, lentisco, fillirea, corbezzolo, sono tra le essenze più comuni ed i loro frutti in autunno rientrano in modo rilevante nella dieta degli uccelli che, a loro volta, contribuiscono alla diffusione dei semi di queste piante.
Su tutti gli uccelli catturati sono state rilevate le principali misure morfometriche in modo da caratterizzare biometricamente le popolazioni che in autunno migrano lungo il litorale sud-tirrenico. Gli stessi risultati si sono ripetuti ogni anno con notevole regolarità e le differenze non sono risultate significative, facendo supporre che il flusso migratorio che interessa il litorale sud-tirrenico provenga sempre dalle stesse aree geografiche. Inoltre l'esame delle lunghezze dell'ala e della terza remigante primaria di individui catturati in Campania ed in Bulgaria nonché alcuni ritrovamenti di tordi bottacci inanellati, ha consentito di accertare che tra la Penisola balcanica e l'Italia meridionale avvengono intensi movimenti migratori. Naturalmente anche popolazioni provenienti dall'Europa centro-settentrionale concorrono a formare il flusso migratorio autunnale, come si evidenzia dalle poche ricatture in Campania di uccelli inanellati in altre aree ma, in ogni caso, la componente baltica è scarsamente rappresentata.
L'esame di 50 ritrovamenti effettuati in Campania di tordi bottacci inanellati in un arco di tempo compreso tra il 1929 ed il 2004, archiviati nella banca-dati del Gruppo Inanellamento Limicoli, ha consentito di rilevare che l'inanellamento era avvenuto in Italia centrale (8 individui a Castel Fusano - Roma) e settentrionale (6 in Lombardia), in Ungheria (6), Finlandia (5), Germania (4), Russia (4), Repubblica Ceca (3), Svizzera (3), Polonia (3), Francia (2), Svezia (1), Bielorussia (1), Danimarca (1), Austria (1), Slovenia (1) e Tunisia (1). Particolarmente indicative delle aree di origine sono alcune ricatture di individui inanellati durante il periodo riproduttivo sia da adulti che da nidiacei o come giovani da poco involati: 11 provenivano dall'Europa orientale (cinque dall'Ungheria, tre dalla Repubblica Ceca, tre rispettivamente dalla Polonia meridionale, dalla Bielorussia e dalla Russia centrale) e due dalla Finlandia.
Dall'esame della distribuzione geografica delle ricatture è possibile ipotizzare che in Campania siano presenti contemporaneamente più popolazioni originarie di regioni differenti e che risulti maggiore l'influsso di movimenti migratori provenienti dall'Europa centro-orientale. Comunque la mancanza di attività d'inanellamento in vaste aree quali Ucraina, Russia centro-meridionale e penisola Balcanica, non consente di identificare i fortissimi movimenti migratori che interessano largamente l'Italia centrale e meridionale.
    I risultati ottenuti nei tre anni di monitoraggio della migrazione autunnale del Tordo bottaccio hanno consentito di accertare che le popolazioni che attraversano l'Italia meridionale versano in buona salute, anche se le fluttuazioni riscontrate suggeriscono di proseguire le ricerche per un arco di tempo più ampio e, magari, su più vasta scala; in questo modo si otterrebbero informazioni più esaustive sulla dinamica delle popolazioni e sulle variazioni di abbondanza di una specie che riveste un grande interesse per il mondo venatorio, ma per la quale occorrerebbe programmare il prelievo sulla base di dati scientifici e su criteri di razionalità.


Riassunto

Il Tordo bottaccio è una specie sottoposta a forte pressione venatoria ma pochissimi sono i dati sulla composizione in classi d'età durante la migrazione autunnale e sulla dinamica delle popolazioni che attraversano le regioni dell'Italia meridionale. Pertanto, in collaborazione con l'ATC della provincia di Caserta, il G.I.L. ha organizzato un progetto di ricerca per:
- definire i periodi di migrazione;
- monitorare i flussi migratori;
- conoscere la composizione in classi d'età della popolazione migrante;
- determinare l'importanza della zona costiera quale area di passaggio.

La ricerca è stata condotta nella Riserva Naturale Foce Volturno e costa di Licola (Caserta) lungo il litorale sud-tirrenico impiegando una tecnica attiva di cattura standardizzata, che prevede l'utilizzo di un transetto di reti verticali tipo mist-nets in numero e dimensioni costanti per un totale di 100 metri, collocate sulla spiaggia a pochi metri dal mare secondo un orientamento fisso, nonché di richiami acustici elettrici per tutto il tempo in cui avviene la migrazione. L'attività di cattura ed inanellamento è stata effettuata costantemente dal 5 ottobre all'11 novembre 2003, dal 2 ottobre al 4 novembre 2004 e dal 4 ottobre al 3 novembre 2005. In questo arco di tempo sono stati inanellati 1344 tordi.
I dati raccolti hanno consentito di monitorare l'intensità dei flussi migratori e di individuare i giorni di maggiore transito. L'andamento delle catture mostra un incremento abbastanza regolare nella seconda decade di ottobre, periodo caratterizzato da alcune consistenti ondate di migratori; l'apice della migrazione viene raggiunto con l'inizio delle terza decade del mese per poi diminuire gradualmente, anche se passaggi di una certa intensità si verificano nella prima decade di novembre. Questi movimenti possono subire variazioni in rapporto alle condizioni meteorologiche e soprattutto in base alla direzione dei venti.
La lunghezza alare media, calcolata nell'autunno 2005, è stata di 118.4 mm (d.s. 2.51, min 151.5 max 126.0, n = 507); valori analoghi sono stati ottenuti nel periodo 1997-1999 (118.6 mm, d.s. 2.80, n = 647), nell'autunno 2003 (118.5 mm, d.s. 2.72, n = 295) e nel 2004 (118.6 mm, d.s. 2.32, n = 538). Le medie della lunghezza alare e della III remigante primaria, calcolate per i giovani e per gli adulti, hanno mostrato differenze statisticamente significative. La notevole regolarità con cui negli anni si ripetono questi valori lascia supporre che il flusso migratorio che interessa il litorale sud-tirrenico abbia sempre la stessa provenienza.
Dall'esame di 50 ritrovamenti di tordi inanellati tra il 1929 ed il 2004 è possibile ipotizzare che, in Campania, siano presenti contemporaneamente più popolazioni originarie di regioni differenti, ma che il flusso migratorio più importante provenga dall'Europa centro-orientale. La mancanza di attività d'inanellamento in vaste aree quali Ucraina, Russia centro-meridionale e penisola Balcanica, tuttavia, non consente di identificare con certezza i movimenti migratori che interessano largamente l'Italia centrale e meridionale.
Per quanto riguarda l'età, il rapporto giovani/adulti è risultato di 6,6 nel 2003, di 7,1 nel 2004 e di 3,3 nel 2005. Un flusso migratorio abbastanza scarso ha determinato la notevole riduzione dell'age-ratio
(76,8%) in quest'ultima stagione nella quale, se si escludono le ultime due pentadi, la presenza di adulti è stata elevata. Le fluttuazioni osservate consentono di supporre che entrambe le classi d'età sono equamente attirate e che i richiami acustici non  influiscono sull'age-ratio degli uccelli catturati; le variazioni nel rapporto giovani/adulti, osservate nel periodo di studio, rifletterebbero, pertanto, l'effettiva composizione delle "ondate di migratori".
I risultati ottenuti nei tre anni in cui è stato condotto il progetto di monitoraggio della migrazione autunnale del Tordo bottaccio hanno un elevato valore scientifico e gestionale. Le popolazioni che seguono il litorale sud-tirrenico sembrano in buono stato di salute, anche se le fluttuazioni riscontrate suggeriscono di proseguire le ricerche per un arco di tempo più ampio. Informazioni più precise sulla loro dinamica consentirebbero di elaborare modelli di variazione dell'abbondanza più attendibili e permetterebbero di programmare il prelievo venatorio sulla base di dati scientifici e su criteri di razionalità.


Summary

The Song Thrush Turdus philomelos is a very popular game bird in Italy, but actually there are not information about hunting bags and annual age ratios (% of young). This research, supported by the A.T.C. of Caserta and realized by the Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Naples) tries to monitor the autumn migration and passage populations of Song Thrushes on the Volturno Plain (40.58N/13.59E), Caserta (southern Italy). The study has been based on continuous and standardized mist-netting and tape luring. The field data were collected from 5 October to 11 November 2003, 2 October to 4 November 2004 and from 4 October to 3 November 2005. This period covers almost whole autumn migration period. In total 1344 Song Thrushes were ringed and measured.
The median trapping date falls October 22 (pentade 59), with a peak passage during the period 16-28 October (pentades 58-61). The number of caught Song Thrushes showed one noticeable peak during the five-day period 59 (18-22 October): this peak involved 22.5% of the birds, while 82% of birds were captured in the period 8 October-1 November (pentades 57-61). Biometrical data are summarised in table 1, while tab. 5 shows the results divided by pentades. The distribution of wing, third primary and tarsus length was unimodal; the mean wing length was 118.5mm (s.d. 2.48, n = 1340) and it is longer than that recorded by Busse e Maksalon (1986) for polish coast in autumn (116.59 mm). This could show a different origin of population migrating through southern Italy.
The age ratio
(determined by following Svensson, 1992) was 6.6 (257 juveniles and 39 adults) during 2003, 7.1 (473 juveniles and 67 adults) during 2004 and 3.3 (390 juveniles and 118 adults) during 2005.
The available ringing data and comparative analysis of the morphometric data of ringed Song Trushes in Italy and Bulgaria allow us to suggest an relation between the territories of Balkan Peninsula and Southern Italy during seasonal migration of the species. Similar length of wing and third primary feather have been found for the Song Thrushes ringed in Italy and Bulgaria. To confirme the hypothesis of migratory passage between the Balkans and Southern Italy a complex of methods have to be applied and more detailed investigations are needed. All of these results are of great importance in the practice of management and conservation of this species in the great geographical scale of South-Eastern part of Europe and will increase effectiveness of all actions in the environmental policy in the Mediterranean region.


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Ringraziamenti

Si ringrazia il Comitato di Gestione dell'ATC di Caserta per aver sostenuto questo progetto di ricerca sul Tordo bottaccio. Un ringraziamento va ancora a Giuseppe La Gioia per i dati forniti relativamente all'attività d'inanellamento espletata in Puglia e per gli utili commenti, a Silvia Capasso per i test statistici ed a Pavel Zehtindjiev per la proficua collaborazione avviata tra le nostre due stazioni d'inanellamento.



Pubblicazione n° 68 del Gruppo Inanellamento Limicoli (G.I.L., Napoli)






 
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