2013-2016: rapporto conclusivo - Gruppo Inanellamento Limicoli (GIL, Napoli)

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2013-2016: rapporto conclusivo

Ricerche in atto > Migrazione primaverile Tordo


      Migrazione prenuziale del Tordo nell’ATC Salerno 1: rapporto conclusivo dell'attività


Con il 2016 è stato completato il quarto anno d’indagine per la determinazione della decade d’inizio della migrazione primaverile del Tordo bottaccio. In totale nei quattro anni sono stati catturati 150 individui, di cui 18 nel 2013, 44 nel 2014, 40 nel 2015 e 48 nel 2016, un numero complessivamente ridotto ma che va imputato alla dispersione invernale ed alla scarsa territorialità della specie in questo periodo dell’anno, nonché alla tecnica di cattura passiva utilizzata. Negli anni 2014-2016 la ricerca è stata condotta sempre nello stesso sito, ubicato nella zona pedemontana che si estende ai margini del Parco Regionale dei Monti Picentini, utilizzando in modo standardizzato lo stesso transetto di reti, con uno sforzo di cattura di cinque giornate consecutive per ciascuna decade; pertanto, in questo periodo l’andamento delle catture per decade può essere quantificato sulla base del rapporto numero catture/numero ore di apertura reti.
Nel 2014 fino alla seconda decade di febbraio è stato ottenuto un numero ridotto di catture, a cui ha poi fatto seguito un netto aumento dei tordi inanellati con il picco massimo raggiunto nella seconda decade di marzo. Nel 2015 le catture sono rimaste scarse fino alla fine di febbraio, probabilmente anche a causa delle condizioni meteo caratterizzate da frequenti piogge e talvolta da nevischio, mentre un evidente incremento si è avuto nella prima e nella seconda decade di marzo. Nel 2016 le catture sono state scarse ma costanti fino alla prima decade di febbraio, senza picchi evidenti, indicativi di arrivi improvvisi di migratori; è solo dalla decade successiva che sono iniziate ad aumentare, con i valori più alti registrati nella seconda decade di marzo, nonostante in questo mese le condizioni meteo non siano state sempre favorevoli nei giorni di attività. Nei tre anni le percentuali delle catture ottenute in febbraio sono state rispettivamente del 36,4%, del 22,5% e quindi del 37,5% nel 2016, mentre in marzo sono arrivate al 52,3%, al 57,5% ed al 43,7%.
Per una corretta descrizione dell’andamento delle catture per decade è stato calcolato nel periodo 11 gennaio/20 marzo 2014-2016 un Indice di Cattura (IC), ottenuto dividendo il numero di tordi catturati in ciascuna decade per il prodotto del numero di metri quadrati di rete utilizzati, moltiplicato il numero totale di ore di apertura delle stesse e moltiplicando poi il risultato finale per 1000.
La distribuzione delle catture, pur con qualche variazione, ha seguito un andamento abbastanza simile nei tre anni considerati. Nelle prime tre decadi di indagine (11 gennaio-10 febbraio) l’Indice di Cattura è rimasto piuttosto costante con un valore medio di 0,26 e le catture sono state solo il 23,5% dell’intero campione; un lieve ma evidente incremento è stato sempre registrato a partire dalla seconda decade di febbraio e, anche se vi sono state delle fluttuazioni nei vari anni, il picco massimo è stato raggiunto nella seconda decade di marzo in cui ha avuto termine l’attività. In quest’ultima decade il valore medio dell’Indice di Cattura è arrivato a 0,82 ed il numero di tordi inanellati ha rappresentato il 31,8% del campione totale.
L’analisi dei pesi medi e dell’accumulo del grasso sottocutaneo ha fornito utili indicazioni sullo stato fisiologico degli individui catturati. L’andamento delle medie del peso calcolate per decade nel periodo 11 gennaio – 31 marzo, riunendo insieme i dati degli anni 2013-2016, ha presentato i valori più bassi nella seconda e terza decade di gennaio; incrementi sono stati rilevati dalle decadi successive, ma aumenti significativi si sono avuti solo a partire dalla terza decade di febbraio con i valori più alti registrati nel mese di marzo. Questo andamento è stato riscontrato anche nell’accumulo del grasso sottocutaneo, necessario per affrontare la migrazione, come dimostrato dalle percentuali calcolate per decade di soggetti con un punteggio di grasso sottocutaneo uguale o superiore a 3. Nella seconda e terza decade di gennaio non si sono mai avute catture di tordi con elevati depositi di grasso, ma tutti gli uccelli esaminati sono stati inclusi nelle classi 0, 1 e 2; in particolare, il 42% di tutti quelli che sono rientrati in classe 0 è stato inanellato in questo periodo. È solo dalla prima decade di febbraio che sono cominciati ad essere presenti i primi esemplari grassi, mentre un loro deciso incremento è stato registrato dalla decade successiva per poi raggiungere i valori più elevati nella seconda e nella terza decade di marzo, anche se quest’ultima è comunque relativa solo all’anno 2013. Complessivamente, il 70% degli individui esaminati ha presentato riserve di grasso molto ridotte o addirittura assenti (classi 0-2), mentre gli uccelli con elevati depositi di grasso (classi 3 e 4), che possedevano energie sufficienti per intraprendere la migrazione, hanno rappresentato il 30% del campione esaminato; il 91% di questi soggetti grassi è concentrato tra la terza decade di febbraio e la terza di marzo.
                
In conclusione, dall’esame dei dati raccolti nei quattro anni della ricerca è emerso un numero costante di tordi inanellati dalla seconda decade di gennaio, in cui ha avuto inizio l’attività, fino alla prima di febbraio, senza picchi dovuti all’arrivo di migratori; un incremento delle catture è stato registrato solo a partire dalla seconda decade di febbraio con un picco molto evidente nella seconda di marzo. Il peso medio ha mostrato aumenti significativi dalla terza decade di febbraio con i valori più alti rilevati in marzo, secondo un andamento riscontrato anche nell’accumulo del grasso sottocutaneo. La costante presenza nella seconda e terza decade di gennaio di soggetti con peso e punteggio di grasso bassi, unitamente al ridotto numero di catture ed alle condizioni meteo registrate nell’area ed a quelle dei paesi di nidificazione, poco favorevoli per intraprendere la migrazione, conforterebbe l’ipotesi che in questo periodo sono presenti solo uccelli svernanti.
I dati ottenuti nei quattro anni della ricerca condotta in provincia di Salerno, corroborati dai risultati di ricerche analoghe effettuate in provincia di Latina
nel periodo 2012-2014 e di Lecce nel periodo 2011-2013, consentono di avere un quadro abbastanza chiaro, anche se non esaustivo, sull’andamento temporale dei movimenti migratori prenuziali del Tordo bottaccio, che non sono mai iniziati in provincia di Salerno prima della seconda decade di febbraio, benché non sia da escludere che qualche migratore possa già essere presente nella decade precedente.
Un’analisi completa dei dati raccolti è stata pubblicata dalla rivista Ornis Hungarica (Scebba, S. & Oliveri Del Castillo, M. 2017. Timing of Song Thrush Turdus philomelos
on pre-nuptial migration in southern Italy. Ornis Hungarica 25 (1): 109-119. DOI: 10.1515/orhu- 2017-0008)





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